Libro: “HAPPYCRACY”

di Edgar Cabanas ed Eva Illouz

Si tratta di un libro molto interessante, essenzialmente un testo di critica politica,sociologica e culturale.

Oggetto dell’analisi è il filone culturale che a partire dagli anni ’80 negli Usa ha fatto del concetto di Felicità il cuore ed il tema di un vasto movimento prima scientifico e culturale e poi anche economico e sociale.

I due autori segnalano come secondo loro il concetto di Felicità che normalmente designa uno sensazione che accompagna uno stato psicologico viene distorto dagli esponenti di quella che loro stessi definiscono la nuova “psicologia positiva” fino a designare un tratto specifico della personalità umana, un elemento quantificabile tramite appositi strumenti di misura (questionari, scale psicologiche, ecc.), ma anche un valore indicativo e costitutivo dello stato di salute psico-fisico e una condizione specifica per ottenere il raggiungimento del successo professionale e personale in senso generale.

La Felicità così definita è stata quindi interessata dalla nascita di tutta una serie di iniziative economiche (l’economia della felicità”) che vantando una base più o meno rigorosamente scientifica, si proponevano di mettere a disposizione di chiunque con un’apposita e vasta tecnologia fatta di corsi, libri, app, video, conferenze motivazionali, pratiche misticheggianti di origini orientali e new-age, finalizzata all’aumento del tasso di Felicità individuale.

Nel libro, che appare documentatissimo con una bibliografia imponente per un testo di 170 pagine, svolge una ampia critica all’Ideologia della Felicità così individuata prima di tutto sul piano scientifico riportando le smentite e i grossi dubbi metodologici che sono stati opposti agli studi volti a corroborare i costrutti della psicologia positiva.In secondo luogo la critica esposta si pone sul piano sociologico e politico dando conto della grande diffusione di questo filone nella società a causa degli ingenti profitti economici procurati dall’Economia della Felicità e dal porsi di tale ideologia in perfetta accordo strumentale con lo spirito neoconservatore della destra americana (individualismo, consumismo, negazione di valori sociali, utilitarismo, avversione alla critica sociale, ecc.) e gli interessi delle grosse istituzioni economiche multinazionali.

Per finire la Psicologia e l’Economia della Felicità sono sottoposte a critica circa l’efficacia e la realtà effettiva dei vantaggi propugnati. Da questo punto di vista, pur se non si nega che alcune pratiche e metodologie possano effettivamente essere di ausilio per il benessere di qualcuno dei loro clienti, pure si segnala come nella natura più profonda di tale atteggiamento si possano nascondere i presupposti per ingenerare delusione, frustrazione, patologizzazione e sofferenza in molte persone portatrici di problematiche magari non riconosciute sul piano clinico.

Possiamo ben pensare infatti che presentare una tale porspettiva con superficialità a persone che sono portatrici di problemi di una certa entità, può fare probabilmente più male che bene.
Capita che alcune di queste persone siano spaventate dalle loro emozioni disturbanti e tendono a cercare qualche “rimedio” facile, poco impegnativo, consolatorio e tranquillizzante, salvo poi finire per ritrovarsi con la propria sofferenza emotiva aggarvata. Anzi molte di queste persone dopo avere seguito per un po’ pratiche più o meno esotiche presso qualce sorta di “maetro” che promette loro di indicare la strada per la Felicità, rischiano di disilludersi, disperarsi, di sentirsi “irrecuperabili”, di smettere di cercare aiuto e corrono il rischio di deprimersi ulteriormente vedendo crollare la propria autostima.

Il libro è quindi interessante nel gettare luce su tendenze culturali ed economiche ben riconoscibili anche nella nostra società attuale, anche se ovviamente pecca di una certa grossolanità nel distinguere questa tendenza nel mondo della psicologia americana da una generica altra psicologia “tradizionale” di vecchio stampo, ignorando come in realtà il campo della ricerca psicologica sia molto più variegato ed in esso siano quanto mai presenti studi, ricerche e filoni di interesse dedicati allo studio degli elementi e dei fenomeni denunciati nel libro.