Evoluzione del concetto di Benessere e di Salute

“Fintanto che l’uomo continuerà a distruggere senza sosta tutte le forme di vita, che egli considera inferiori, non saprà mai cos’è la salute e non troverà mai la vera pace. Gli uomini continueranno ad ammazzarsi fra loro fintanto che massacreranno gli animali. Colui che semina l’uccisione e il dolore non può raccogliere la gioia e l’amore.” – PITAGORA

Il concetto di Benessere è quanto mai confuso e sfumato nell’uso che se ne fa nel linguaggio corrente.

Talvolta appare usato come sinonimo di felicità, altre di salute fisica o psicologica, a volte sembra alludere ad uno stato di buon umore.

Spesso poi è usato per indicare l’offerta commerciale di una serie di servizi di tipo salutistico, estetico, curativo, comprendenti una varietà di partiche derivanti da tradizioni esotiche, medicine etniche o così dette “alternative”.

Organizzazione Mondiale della Sanità

Probabilmente potremmo avvicinare meglio il significato del termine trovandolo associato alla definizione di salute definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità formulata nel 1946 come: “stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia”.
In tale definizione il benessere costituisce per così dire il contenuto concreto e normativo del concetto complessivo di salute, uno stato oggettivabile come funzionamento “normale”, ovvero secondo standard specifici, delle varie funzioni che assicurano la sopravvivenza, lo sviluppo, l’autonomia, l’integrazione sociale, le relazioni affettive e la possibilità di riprodursi di una persona.

Soprattutto negli ultimi tre o quattro decenni i progressi della medicina unitamente al miglioramento delle condizioni di vita almeno nei paesi nord-occidentali, ha provocato un notevole cambiamento nella vita delle persone, in particolare un vistoso allungamento della vita media e i progressi della medicina hanno consentito a molte persone di superare le fasi acute di molte malattie potenzialmente letali convivendo pe molti anni con stati cornici più o meno invalidanti.

Rappresentazione soggettiva della propria vita in salute

Tale situazione ha reso sempre più inadeguato il concetto di benessere come una misura oggettiva di “normalità” fisica, psichica e sociale e ne ha imposto una nuova soggettivistica, in cui il bene-essere della persona non è più identificato necessariamente con un bene-funzionare.

In altri termini possiamo ora far corrispondere la salute di una persona alla sua sensazione soggettiva della qualità della sua vita ed a come sente desiderabile la sua condizione, relativamente alle condizioni determinate in cui si trova necessariamente a vivere, in primis l’età.

In questo modo i costituenti fondamentali del benessere appaiono gli elementi che fanno parte della rappresentazione che la persona costituisce in relazione all’idea di come dovrebbe essere la sua vita, di come dovrebbe sentirsi e vivere  nel rapporto con se stessa, con gli altri e il mondo circostante.

Fondamentalmente si tratta dei valori che la persona riconosce avendoli interiorizzati nel suo processo di crescita e di socializzazione, i parametri che gli consentono di orientarsi, di muoversi e quindi anche di valutare il grado del suo benessere percepito.

Benessere della persona e salute dell’Ambiente e della Società

Ancora più recentemente nella visione scientifica e nella consapevolezza condivisa dalla maggior parte delle culture attuali nella qualità della vita, nella considerazione del benessere delle persone, stanno entrando in maniera sempre più evidente valori relativi alla salvaguardia dell’ambiente di vita dell’uomo.

Temi quali la protezione dell’ambiente dall’inquinamento, la salvaguardia della biodiversità, lo sviluppo sostenibile, il controllo del riscaldamento globale, la salvaguardia delle oasi naturali dall’eccessiva antropizzazione sono sempre più considerati parametri da cui dipende la possibilità di garantire salute alle persone.

(Appare del tutto ragionevole e giustificata la possibilità, che non esploreremo in questo articolo, di estendere il ragionamento qui sviluppato dal benessere e dalla salute della persona, al benessere ed alla salute della società statuali, delle diverse aree geopolitiche e nel complesso delle reti delle relazioni mondiali globalizzate.)

Il “prodotto salute”

Dallo sviluppo progressivo del concetto di benessere e di quello associato di salute, questi appaiono sempre meno “beni” da conservare o, tanto meno, merci che è possibile acquistare.

Proprio la mercificazione della salute da parte del settore della sanità privata, appare decisamente insufficiente a considerare tutte le componenti organiche (fisiche, psichiche e sociali) della persona.

In tale ambito quando si evidenza uno stato di sofferenza, si attiva una domanda di acquisto di “prodotto salute” che riceve una risposta tipicamente riduzionista che limita la guarigione al risultato di azioni mediche ad alto contenuto tecnologico ad elevata valenza economica.

Anzi, oltre a non promuovere affatto il benessere complessivo della persona, il sistema sanitario privato e putroppo spesso anche quello pubblico non a caso fornito da quelle che oggi in Italia sono denominate “Aziende di Sanità Locale”, erogano una cura riduzionista e limitata al mero dato fisico individuale.

In senso concreto il sistema economico e finanziario che eroga tale cura, complessivamente è esso stesso nocivo per la salute stessa considerata in senso globale come insieme che interessa i livelli individuali, sociali e ambientali.

Non a caso numerosi ed autorevoli studi scientifici hanno mostrato una correlazione stretta fra la diffusione dell’epidemia di Covid-19 e la riduzione della biodiversità e l’antropizzazione di aree vastissime del globo  da una lato e, dall’altro, con la pessima qualità dell’aria nelle zone a maggior densità di contagio.

Un concetto dinamico, relativo e processuale per uno stile di vita di qualità

In conclusione di questa breve analisi mi pare si possa sottolineare oltra alla natura relativa e dinamica dei concetti di salute e di benessere, anche il suo carattere processuale.

Ciò che costituisce il benessere della persone e ne garantisce la salute non è dunque un oggetto-bene-economico, ne una singola variabile fisica, oppure psichica e sociale normalizzata, quanto un processo, una modalità di azione, di vita, di movimento e di pensiero “di qualità”.

Il benessere per diventare obiettivo di un modo di vivere e per ispirare un azione salutare, deve prima essere pensato in modo salutare: in maniera organica, tale da implicare e comprendere tutte le dimensioni esistenziale rilevanti per le persone attraverso la partica di valori sul piano fisico, affettivo-relazionale, economico, ambientale, culturale sia al livello individuale che sociale.

Ciò è tanto più vero, come reso evidente dal momento storico che stiamo vivendo all’insegna del Coronavirus, in quanto il nostro contesto di vita caratterizzato da una fitta rete di relazioni, di rapporti e scambi di ogni tipo sul piano globale (da quelli commerciali a quelli politici, da quelli informatici a quelli climatici) è impensabile de un individuo possa ben-stare in un ambente malato e in mezzo a una collettività sofferente.